La vita è fatta di scelte
- boraceelisa
- 21 apr 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 13 ott 2024

La vita è fatta di scelte. Persino appena alzati: scegliere se mangiare e cosa mangiare la mattina è una scelta. È una scelta arrivare in ritardo: avremmo potuto alzarci prima, fare qualcosa in meno, prendere una strada meno trafficata e così via. Forse può sembrare un po’ provocatorio, ma di base ci troviamo a scegliere ogni momento della giornata.
La scelta è ciò che costruisce la nostra vita. È sulla base delle scelte, infatti, che intraprendiamo una direzione che ci espone poi a nuove scelte. Di base, cerchiamo di fare la scelta di ciò che ci fa stare bene. Tendiamo a cercare delle strade che prevediamo possano fare al caso nostro, che possano portarci nella direzione sperata, che magari possano ampliare il nostro campo di azione.
Non sempre, però, abbiamo la possibilità di scegliere ciò che ci fa stare bene. A volte ci troviamo a scegliere “il male minore”. Le strade che vediamo davanti a noi possono sembrarci non rosee, limitanti. Possono portarci a sacrificare qualcosa. E allora cerchiamo di sacrificare il meno possibile o di sacrificare qualcosa a favore di qualcos’altro che crediamo riusciremmo a gestire meglio.
Un esempio pratico potrebbe essere un ragazzo che vorrebbe uscire con una ragazza, ma che per paura di ricevere un rifiuto non ci prova nemmeno. Sceglie di non provare perché prevede di poter gestire meglio una situazione in cui “non succede nulla”, “non ci prova”, “rimane fermo”, rinunciando alla possibilità che sarebbe anche potuta andare bene perché gli risulta più gestibile rispetto a una situazione in cui viene rifiutato, che lo esporrebbe, magari, a vergogna. In questo caso ha scelto quello che per lui in quel momento rappresentava il male minore.
Ha evitato la strada del provarci perché temeva che potesse esporlo a qualcosa che avrebbe preferito evitare. Altre volte però non ci accorgiamo dell’esistenza di altre strade. Magari ne abbiamo anche scarsa consapevolezza. Non vediamo che quelle poche vie, che però ci sembrano non percorribili, non vediamo più alternative. La buona notizia è che un’alternativa c’è sempre, la cattiva è che non sempre riusciamo a vederla.
Quello stesso ragazzo potrebbe provare altri modi. Magari potrebbe prima provare a conoscere quella ragazza, tastare il terreno. Potrebbe focalizzarsi di più su ciò che vorrebbe lui, invece che sul rifiuto che potrebbe scaturire nell’altro. Potrebbe non vedere il rifiuto come un motivo di vergogna, ma come una situazione che può succedere a tutti, che può nascere magari dal fatto che si hanno interessi diversi e che questo non sminuisce affatto il suo valore. Dopotutto, si tratterebbe solo di gusti diversi. Magari quella ragazza potrebbe persino pensare che lui sia stato coraggioso a provare, a buttarsi, potrebbe persino ammirare la scelta di averlo fatto. E il rifiuto potrebbe non essere un modo per valutare quanto lui valga, ma solo un modo per dire che in quel momento a lei interessa qualcos’altro, qualcosa di diverso.
Trappola o libertà?
A volte succede che se è qualcun altro a scegliere per noi, ci sentiamo sollevati dalla responsabilità che la cosa scelta possa risultare scomoda per qualcuno. O magari ci sentiamo limitati nella nostra libertà perché avremmo voluto scegliere noi e avremmo scelto qualcosa di diverso. A volte capita di sentire entrambe le cose insieme.
Anche scegliere di lasciare la scelta all’altro è di per sé una scelta, che contiene tanti significati che magari vale la pena esplorare per capire cos’è che ci blocca, cosa temiamo e perché per noi è così importante non cadere in quella ipotetica situazione che ci spaventa.
E allora magari c’è quella voce che, se qualcosa va male, dice: “Ma non sei stato tu a scegliere, non è colpa tua”. Un po’ come se scegliere fosse una colpa. Forse, però, è possibile anche stare nella situazione in cui la propria scelta non piaccia all’altro: è una situazione a cui si può rimediare? Se ne potrebbe parlare insieme, si potrebbe cercare insieme un punto di incontro. Ci si potrebbe concedere, così, di lasciare un po’ di responsabilità anche all’altro e non doversela assumere tutta noi.
Per qualcuno la scelta dell’altro è un limite alla propria libertà. Anche in questo caso vale la pena capire perché la libertà è così importante per noi e come ci fa sentire il fatto che l’altro ce ne ha privati.
Cosa fare?
A volte la difficoltà a scegliere è qualcosa che diventa molto limitante. Avere consapevolezza del perché scegliamo una strada piuttosto che un’altra, magari può aprirci a sua volta altre strade percorribili. Può aiutarci a non sentirci come se non avessimo scelta. Un punto di vista diverso può scostare quella nebbia che nascondeva una terza strada che non avevamo considerato.
La possibilità di scegliere qualcosa che poi risulta non piacerci o scomoda, è qualcosa a cui possiamo essere esposti per qualunque scelta che facciamo, ma questo non la rende una scelta sbagliata. Non esistono scelte giuste o sbagliate, esistono scelte che possono portare verso una direzione e scelte che portano verso un’altra direzione. Il rischio che potremmo scegliere qualcosa che porta a conseguenze impreviste è qualcosa che possiamo concederci di accettare.
Ogni volta che ci sembra di non avere scelta, in realtà esistono altre strade, che magari in quel momento possono sembrarci non percorribili. Allora potremmo chiederci perché non lo sono, a cosa potrebbero esporci: magari così facendo ne possiamo trovare una terza che all’inizio non avevamo visto o magari possiamo rendere percorribili quelle strade che all’inizio ci sembravano tortuose.




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